Sezione Cronache

 

Dal libro di Agaroth, il Folle Visionario.

 

refazione.

Io sono Agaroth, un uomo al quale la sorte ha concesso di vedere il passato, il presente ed il futuro. Folle mi chiamano, o visionario, o entrambe le cose. Certo non posso vivere come gli altri uomini, perchè se quanto ho visto nella profondità dei cristalli della mia grotta è vero, allora la nostra esistenza è effimera, priva di un senso e di un futuro. Son ormai giunto alla fine della mia strada, e mi sono rintanato su queste montagne per morire in pace, lontano dalla derisione degli uomini. Ma ho ancora un dovere da svolgere verso quelli che verranno, da qui alla fine: trascrivere quanto ho visto, affinchè la verità di cui sono stato testimone non venga perduta. E forse un giorno, se la sorte lo vorrà, il destino che ho intravisto potrà cambiare.

 

Ai figli che verranno, da qui all'ombra, racconto la verità che lo spirito di Vita, grazie allo spirito di Visione, ha voluto mostrarmi: poichè non si può combattere per il futuro senza conoscere il passato.

 

apitolo primo .

Al principio vi era il Nulla, padrone della materia, signore di un regno vuoto e senza luce. Insieme a lui lo Spirito, Aru, signore della mente. Il primo era simile ad una bestia, incapace di pensiero e nuove idee, poichè la sua stessa natura lo impediva. Il secondo, spirito di pensiero, aveva invece la possibilità di generare, e generò degli spiriti a lui simili ma di minor potere, ed anche questi generarono. In breve tempo, nel regno della mente, nacque la Moltitudine. La Moltitudine era parte dello Spirito, ma divisa da esso: insieme concepirono l'idea di un corpo ed una forma materiali, ma ogni volta che uno spirito prendeva forma, subito il Nulla lo assaliva e lo divorava. Molti spiriti sparirono così nel Nulla, e lo Spirito decise quindi di ingabbiare la forza del Nulla dentro il suo pensiero, giacchè la materia nulla poteva contro il suo padrone. Iniziò così la Prima Era.

 

Mentre lo Spirito conteneva il Nulla, la Moltitudine potè generare ciò che desiderava, nacque così il Primo Piano, con la terra, i cieli e le stelle sopra di essa, e nel profondo dell'abisso, le acque. Da ultime popolarono il mondo le razze senzienti.

 

apitolo secondo.

Gli spiriti che si erano incarnati prima dell'imprigionamento, ed erano stati dal Nulla divorati, ma non distrutti, desideravano liberarsi della loro prigionia, ma il pensiero di Aru lo impediva. Ora odiavano Aru, loro padre, che li respingeva, ed il Nulla che li aveva ghermiti; Perduti, questo divenne il loro nome. Usando se stessi come tramite del potere del Nulla, essi contaminarono l'essenza di Aru distruggendo alcuni spiriti loro fratelli: Aru, di cui la Moltitudine era parte, costernato ed indebolito non potè più trattenerli, ed essi fecero breccia in lui. In essi ora conviveva una parte di Aru, loro padre, ed una parte del Nulla primordiale; e mentre gli altri spiriti erano capaci solo di creare, questi erano capaci anche di distruggere, e generarono la Blasfema Idea di consumare tutte le cose per rimodellarle a loro piacimento. Mentre prima tutto cresceva restando sempre forte e sapiente, ora si appassiva fino a morire. Ed iniziarono a distruggere anche tutti gli spiriti loro fratelli, i quali tentavano di contrastarli generando sempre nuove cose: il delicato equilibrio imposto da Aru era stato così infranto. Per salvare quanto era possibile della creazione, Aru generò il Secondo Piano di esistenza ove allontanare i Perduti ed il Nulla, ma tanta fu la forza richiesta per farlo che lo Spirito e la Moltitudine quasi scomparvero, abbandonando la creazione al suo destino, dando inizio alla Seconda Era.

 

apitolo terzo.

Le razze, grazie all'abbondanza generata dagli spiriti, non avevano mai dovuto cacciare o combattere, ma ora la mai placata avidità di alcune in breve crebbe e le guerre presero ovunque piede. Le piccole razze furono quindi incapaci di difendersi da draghi e demoni che, avidi di potere e di magia, le attaccavano. I nani si rifugiarono nelle profondità della terra, fondando i regni di Kharamdar, Gwynmor e Tokermas. Gli umani costruirono varie città-fortezze, ove concepirono armi e magie in grado di difenderli. Differentemente dalle altre specie, i capostipiti della razza elfica discordavano sul modo migliore per difendersi e si divisero, ritirandosi chi nelle foreste fondando piccole comunità autosufficienti a stretto contatto con le forze della natura; chi nelle montagne imitando i nani coi quali si contesero i reami sotterranei; chi nelle profondità dei mari isolandosi.

 

Il passaggio dalla Seconda a questa Terza Era avvenne, secondo i sapienti, sette secoli fa, quando il feroce drago d'Ombra Moranrog, giunto dagli abissi della terra, fu sconfitto per mano delle truppe dei quattro regni, riunitisi nella sacra alleanza del Levith per far fronte al comune nemico ed al suo macabro esercito. Ma i saggi, come spesso accade, sbagliavano...

 

apitolo quarto.

Sconfitto Moranrog e disperso il suo esercito, i regni di Waverlay ritennero aver ottenuto non solo la vittoria ma raggiunta, con l'alleanza di Levith, quell'agognata pace da sempre cercata se pur mai stretta. E così in parte fu; tuttavia, la vera guerra che avrebbe deciso delle sorti di Waverlay, stava combattendosi altrove, all'ombra delle dinastie, dei Re, dei grandi ed acclamati Eroi. Alcuni monaci di vocazione mistica riuscirono infatti a scorgere oltre l'ombra cupa dietro cui si celava Moranrog, riconoscendo in questi nulla più che un feroce e potente emissario di un male a lui superiore, di un male, purtroppo, molto più profondo, insondabile, terrificante e ancora sconosciuto alle mortali genti, ma che già da molti anni tesseva nell'ombra il suo nefando ordito. I sospetti dei monaci presero però corpo in fatti quando nel giro di pochi anni molti eventi inspiegabili vennero registrati: piovvero rane nei campi, l'acqua dei mari si fece rossa e densa come il sangue tre notti di fila, mentre la terra pur senza pioggia divenne putrida melma. Orribile ed agghiacciante fu però il caso di Ghirlak, uno sperduto villaggio del Sud sulla via di Khirn, dove ogni abitante, dal primo all'ultimo, fu ritrovato morto suicida. Poco si sapeva e poco poteva essere fatto, se non pregare gli Dei invocandone il soccorso. Nell'inverno che seguì, un terremoto di grande forza scosse da Nord a Sud tutta Waverlay e cinque infanti nacquero partoriti dalla terra. Addestrati duramente dai monaci alle arti di tutte le genti, il corpo e lo spirito crebbe in loro forte, dando così vita a quella stirpe di combattenti che molti oggi considerano solo leggenda: gli Assisis. Nel segreto trovarono la via, scacciando con un potente sortilegio la forza entropica figlia del Nulla che nell'oblio per anni aveva disseminato in Waverlay i germi della distruzione. Ma la lotta non era che al principio, ed oggi più che mai questo mi è chiaro.

 

apitolo quinto.

Le mie notti da lunghi anni sono senza sonno, tormentate dagli incubi, dal lamento carico d'odio e assetato di vendetta dei Perduti. Il loro potere ancora una volta cresce tra noi, e non posso che tremare davanti alla realtà dei miei sogni. Lo Spirito di Vita, grazie allo spirito di Visione, ha voluto mostrami la progenie della Moltitudine ed il Secondo Piano, nel quale il Nulla sempre distrugge, e dove i Perduti smodatamente bramano di tornare su questo Piano: perchè solo qui tutto può esistere. Così, negli angoli più reconditi del loro oscuro reame, orribili bestie vengono generate e nutrite, affinchè divengano loro Emissari sul nostro mondo, per creare coi loro sacrifici un ponte di morte dal quale potranno ridiscendere ed imperare. Ma forse, come già in passato è stato, i nostri figli saranno ancora una volta abbastanza forti, astuti, ed il destino potrà cambiare; questa resta la mia sola speranza. Altro non m'è stato dato di conoscere.

 

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